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Namibia

Perché andare

Chiunque arrivi a Windhoek non può che provare un forte senso di spaesamento. La capitale della Namibia, una cittadina moderna, pulita ed efficiente, con edifici german style e chiese luterane, sorge nel bel mezzo del nulla. Ovvero nel bush. Basta quindi uscire dalla città per assistere allo spettacolo di una natura primordiale e provare una sensazione scioccante: quella di essere degli intrusi in un mondo senza mezze misure.
Situata più o meno nel centro del paese, Windhoek è il punto di partenza di una vacanza d'avventura alla scoperta della straordinaria varietà di ambienti naturali che la Namibia custodisce: ad ovest l'Atlantico e il mare di dune del Namib, ad est il Kalahari, a sud i paesaggi spettacolari del Fish River Canyon, la spaccatura più grande al mondo dopo il Grand Canyon dell'Arizona. Ma è a nord che si dirige la maggior parte dei turisti.

Seguendo la strada nazionale B1, l'arteria principale che attraversa il paese dal Sud Africa all'Angola, si oltrepassa l'altopiano centrale, in un susseguirsi di montagne brulle erose dai venti e spettacolari vallate pietrose. Poi lo scenario cambia.
Con i suoi quasi 23.000 km quadrati, un'estensione pari a quella del Belgio, il parco nazionale dell'Etosha è una delle riserve protette più ricche di animali selvatici dell'Africa australe. La parte centrale è una depressione costituita da un pan minerale, che si presenta con un manto di fango bianco e che, durante la stagione delle piogge, si riempie d'acqua attirando stormi di fenicotteri rosa e altri uccelli migratori.
Le pozze d'acqua attorno al pan sono il punto ideale per facili avvistamenti di elefanti, leoni, zebre, giraffe, gazzelle e orici, animale simbolo della Namibia. Dentro i confini del parco sono presenti solo quattro strutture di accoglienza, che offrono ospitalità anche ai campeggiatori; qui, a differenza di altri parchi africani, l'impronta dell'uomo è impercettibile.

A nord est, dove le piogge sono abbondanti e regolari, è la foresta a dominare il paesaggio. L'ultima parte della frontiera settentrionale, verso est, è la striscia di Caprivi, un dito di territorio namibiano lungo 400 km e largo appena una trentina, che s'insinua nel cuore dell'Africa tra Angola, Zambia e Botswana, fino a toccare lo Zimbabwe.
Qui scorrono poderosi fiumi perenni, come lo Zambesi, il Chobe, il Linyanti e l'Okavango, che attraversa la Caprivi strip prima di espandersi in Botswana nel più grande delta interno del continente. Qui sono situati ben 5 parchi nazionali, ognuno dei quali offre ai visitatori esperienze ed emozioni diverse.
Il reticolo di vie acquatiche, popolato da ippopotami e coccodrilli, assicura la presenza di una vastissima comunità di animali durante tutto l'anno.

Ritornando ad ovest, in un itinerario che comprenda idealmente buona parte del paese, si entra nella regione semidesertica del Kaokoland, terra selvaggia e incontaminata, patria degli elefanti del deserto e degli Himba, una tribù seminomade di pastori che mantiene ancora intatte le proprie tradizioni e stili di vita, ma la cui identità culturale rischia di perdersi, se in questa sperduta regione dovesse svilupparsi un certo tipo di turismo etnico, che vede nelle donne Himba, con il loro corpo spalmato di argilla rossa, curiosi elementi del paesaggio da fotografare.

L'intera costa della Namibia rientra in un'area protetta che può vantare il titolo di parco nazionale più esteso dell'Africa: di recente è stata istituita una riserva marina di un milione di ettari, che comprende le isole al largo di Luderitz e assicura rifugio alle colonie di uccelli marini e di otarie, nonché ai pinguini africani e ad una grande varietà di pesci.
Le due principali città costiere sono una sosta quasi obbligata per chiunque voglia visitare il Namib. Swakopmund, uno dei primi insediamenti creati dai tedeschi in epoca coloniale, è il centro più grande e turisticamente sviluppato, meta prediletta di vacanza dei namibiani upper class in cerca del fresco dell'oceano; sulla costa infatti il termometro segna mediamente una decina di gradi in meno rispetto alle terre infuocate dell'interno.
Gli edifici e le facciate dalle tipiche architetture tedesche, spesso avvolte dalle nebbie, conferiscono un carattere singolare alla cittadina. Ma il suo maggior pregio è forse la posizione strategica: a nord le spiagge e gli scenari selvaggi della Skeleton Coast, a sud il Namib-Naukluft e Sossusvlei, con le sue gigantesche dune a forma di stella.
Ad una trentina di chilometri da Swakopmund c'è Walvis Bay, importante città commerciale con il suo porto internazionale protetto dalle lingue di sabbia di Pelican Point; la principale attrazione turistica del luogo è la cosiddetta laguna, dove è possibile osservare otarie e uccelli marini. In realtà è a Cape Cross, a nord di Swakopmund, che si trova la più vasta colonia di otarie: centinaia di migliaia di esemplari, impegnati in continue lotte territoriali per guadagnarsi un fazzoletto di spiaggia. Lo spettacolo è impressionante, l'odore pure.

Nella Namibia meridionale, a sud del tropico del Capricorno, i paesaggi sono altrettanto spettacolari; in questa regione si trovano le miniere di diamanti e si concentrano le attività estrattive del futuro, che puntano sull'uranio.
Tuttavia c'è ben altro di interessante: 160 km di lunghezza e 550 metri di profondità sono le stupefacenti misure del canyon più grande del continente africano. Il Fishriver Canyon, i Monti Huns e i centro termale di Ai-Ait fanno parte di un'unica area di conservazione che copre circa 350mila ettari. Qui si incontrano le prime famiglie di babbuini: è segno che il confine con il Sudafrica è vicino.

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