Perché andare

 

Barbados è uno dei paesi più densamente popolati al mondo ed è un’isola perfettamente attrezzata per accogliere masse di turisti. Spiagge candide e mare turchese sono una garanzia. Ma questa è solo una delle sue facce. A chiunque abbia voglia di allontanarsi dalle zone più turistiche, Barbados sa regalare diverse piacevoli sorprese, anche in una vacanza di pochi giorni.

Bridgetown Barbados

Bridgetown Barbados Foto di Barbados Tourism Marketing Inc da Visit Barbados

La capitale, Bridgetown, è una cittadina molto attiva e in gran parte moderna, che però merita una sosta. Di giorno si visita il centro fermandosi poi in uno dei caffè del Careenage, il bel porto affacciato sulla baia; di sera si passeggia in Baxter’s road, la strada dei rum shop e dei venditori di cutters, gustosi stuzzichini che si preparano da queste parti.
Invece Speightstown può essere un buon punto di partenza per esplorare le regioni centrosettentrionali dell’isola, ricche di luoghi turistici di interesse storico e naturalistico. Speightstown era il porto commerciale di Barbados ai tempi della produzione dello zucchero; oggi è una cittadina dall’atmosfera tranquilla, con un piacevolissimo lungomare sui cui si affacciano vivaci casette di legno con le verande gingerbread e qualche edificio storico, scolorito dagli anni e dalla salsedine.

Chattel House Barbados

Chattel House Barbados Foto di rufus, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

L’architettura delle case la dice lunga sulla storia dei Caraibi e a Barbados si trovano ancora diverse costruzioni tradizionali, le chattel houses; si tratta di semplici abitazioni di legno, risalenti all’epoca post-schiavitù quando gli schiavi, liberati ma non ancora proprietari della terra, costruivano piccoli alloggi mobili, che potevano essere facilmente smontati e spostati.
A mano a mano che il proprietario acquistava una certa sicurezza, aggiungeva altri elementi e la casetta, da semplice unità abitativa, s’ingrandiva e veniva abbellita con portici e verande elegantemente decorate e intarsiate.

L’evoluzione dello stile architettonico locale è illustrata al Tyrol Cot Heritage Village, uno dei tanti siti turistici attentamente gestiti dal Barbados National Trust.

Welchmann Hall Gully Barbados

Welchmann Hall Gully Barbados Foto di P.L. Paolini

La stessa cura con cui quest’organizzazione non profit fa rivivere le dimore coloniali dell’isola la si ritrova nei siti di interesse ecologico e naturalistico. Come ad esempio il Welchmann Hall Gully, una gola carsica in cui si possono ammirare molte delle specie vegetali native, scomparse da Barbados ormai secoli fa, nonché una moltitudine di altre piante naturalizzate, tra cui bambù e pandani alti una ventina di metri, splendide alocasie, palme di ogni varietà, croton ed heliconie fiorite. Non manca un maestoso esemplare di Ficus citrifolia dalle lunghe radici aeree, che i primi navigatori portoghesi definirono alberi barbuti (los barbados) e a cui forse si deve il nome dell’isola,
In questa zona anche il sottosuolo, ricco di caverne, nasconde spettacoli curiosi; come Harrison’s Cave, una serie di grotte calcaree percorse da torrenti e cascate sotterranee, che nei Carabi sono un fenomeno geologico piuttosto inconsueto.

Andromeda Gardens Barbados

Andromeda Gardens Barbados Foto di P.L. Paolini

Sempre in tema di giardini botanici, invece, vale la pena di visitare due straordinarie collezioni di piante e fiori tropicali provenienti da ogni angolo del mondo: la Flower forest nel cuore dello Scotland district e gli Andromeda Botanical Gardens, sulla collina che domina Bathsheba.

Quanto alle spiagge, ce ne sono per tutti i gusti. Il primato di quelle “caraibiche” lo detiene la costa occidentale: sabbia candida, palme fruscianti e acque trasparenti, dove si può fare snorkeling, nuotare o semplicemente far niente.

Oistins Barbados

Oistins Barbados Foto di P.L. Paolini

Nel tratto tra Bridgetown e Holeteown si concentrano eleganti proprietà private e la maggior parte degli alberghi di gran lusso; invece, a sud della capitale, i maggiori centri turistici sono Hastings, Worthing e soprattutto St Lawrence, noto anche come il Gap. Qui la vita è animata giorno e notte e le belle spiagge bianche sono perfettamente attrezzate per ogni genere di attività sportiva e di svago.

Bottom Bay Barbados

Bottom Bay Barbados Foto di P.L. Paolini

Le spiagge di sud est sono invece più appartate e suggestive, adatte a chi non teme qualche onda; la zona è sempre ventilata e il mare si presta più al surf e al body surfing che ai lunghi bagni. Le più amate sono Crane Beach e Bottom Bay, quest’ultima famosa per i suoi paesaggi da cartolina. Purtroppo però l’interno è poco attraente: il paesaggio nel distretto di St Philip, tra l’aeroporto e il faro di EastPoint, è piuttosto desolante e nemmeno offre grandi opportunità di alloggio e di divertimento serale.

Il versante orientale di Barbados è probabilmente la regione più bella dell’isola. I morbidi contorni dello Scotland District fanno da sfondo ad una costa in gran parte selvaggia e scarsamente popolata, caratterizzata da una fitta vegetazione tropicale che arriva a sfiorare il mare.

Bath Barbados

Bath beach Barbados Foto di P.L. Paolini

Una dietro l’altra si susseguono lunghissime spiagge, di sabbia corallina mista a sassi, dove raramente c’è anima viva. Numerosi cartelli segnalano che in questa zona le correnti sono forti ed è quindi sconsigliato nuotare, ma ci sono alcune baie più protette che offrono possibilità insperate. Bath beach ad esempio è sicura per il nuoto; lunga e ombreggiata da un boschetto di filaos, è una delle spiagge più popolari della zona, anche per il picnic del fine settimana. Poco più a sud, un’altra spiaggia riparata ma più piccola è Conset bay.

Bathsheba Barbados

Bathsheba Barbados Foto di Sylvain Bigras da Pixabay

La più spiaggia più fotografata di tutta Barbabos è Bathsheba e, bisogna ammetterlo, è molto scenografica con quei faraglioni di roccia tormentati dalle onde. Bathsheba è l’unica località turistica di tutta la costa atlantica, anche se è priva di un vero e proprio centro abitato. Le poche strutture della zona, qualche hotel e un paio di rum shop che servono anche piatti caldi, sono sparpagliate sul lungomare. Paradiso dei surfer più esperti, Bathsheba non è fatta per una vacanza sotto l’ombrellone. Si può però tentare un tuffo quando le onde sono meno forti, oppure rimanere immersi ore nelle piscine naturali che si formano tra le rocce. A far niente, godendosi il fascino di questo posto fuori dal mondo. E vi sembra poca cosa?

 

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