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Storie dai Tropici

Coccodrilli minacciati in Australia

(Sydney, Australia - 12/1/2010)

Nella lotta tra un coccodrillo marino e uno d'acqua dolce non può esserci che un solo vincitore: il primo.
I coccodrilli marini, lunghi in media almeno quattro metri, sono i rettili più grandi del pianeta. E probabilmente sono gli animali più pericolosi dell'Australia. Invece i coccodrilli d'acqua dolce, creature che di solito non superano il metro e mezzo, sono timidi e poco aggressivi. Per questo soccombono facilmente agli attacchi dei loro voraci cugini e stanno a poco a poco scomparendo dai fiumi e dagli estuari del Queensland settentrionale.
Secondo alcuni scienziati australiani il loro numero è diminuito progressivamente dal 1990 ad oggi. Tra i responsabili di questa riduzione, oltre ai coccodrilli marini, ci sarebbe una specie di appena 10-15 centimetri: il Bufo marinus, o rospo delle canne. E' un anfibio provvisto di ghiandole secernenti una potente tossina dagli effetti letali, che è stato introdotto dal continente americano in Australia e nelle Hawaii per la lotta biologica contro alcuni insetti infestanti.
Ma l'idea non si è rivelata particolarmente brillante: con il passare degli anni i rospi delle canne si sono moltiplicati a dismisura tanto da mettere a rischio la biodiversità di molte aree naturali. In Australia il loro areale si è esteso in tutto il territorio del Queensland centrale e settentrionale, dal Kakadu National Park fino a Yamba.
I crocs, la cui dieta comprende piccoli mammiferi, pesci e anfibi, hanno cominciato a nutrirsi anche di rospi delle canne; i ricercatori ne hanno avuto la prova dopo aver esaminato le carcasse degli animali morti di recente, che ne contenevano almeno un paio nello stomaco. Così hanno potuto mettere in relazione la riduzione dei coccodrilli d'acqua dolce con la diffusione dei rospi delle canne lungo i bacini fluviali australiani.
Il veleno dei rospi può risultare fatale anche per i serpenti. Uno studio pubblicato qualche anno fa ha rivelato che due specie di serpenti presenti nell'area hanno sviluppato un particolare adattamento: una testa più piccola, che riduce la probabilità di nutrirsi di una preda grande abbastanza da risultare letale, e un corpo di maggiori dimensioni, meno suscettibile a piccole quantità di veleno. Un interessante esempio di risposta evolutiva, messa in atto da un predatore naturale per non cadere vittima di prede infestanti.
Finora i coccodrilli d'acqua dolce non sono stati in grado di adattarsi in maniera altrettanto efficace. Quanto ai coccodrilli d'acqua salata, per loro i rospi non rappresentano certo un problema: innanzi tutto preferiscono cacciare prede più grandi e ad ogni modo, vista la stazza, uno o due rospi velenosi non avrebbero quantità di veleno sufficienti ad ucciderli. Al contrario, secondo le autorità del territorio settentrionale australiano, la loro presenza rappresenta di per sé una minaccia per la sicurezza di residenti e turisti.
Nello scorso mese di marzo, una bambina di 12 anni è rimasta vittima dell'attacco di un coccodrillo marino mentre nuotava nelle acque di una laguna vicino Darwin. Così qualcuno ha proposto di regolamentare l'uccisione di un certo numero di animali l'anno, organizzando, perché no, dei safari di caccia al coccodrillo. Gli ambientalisti si sono opposti, definendo ripugnante il fatto che qualche avventuroso turista possa dedicarsi, pagando, alla caccia di una specie protetta. I rangers hanno comunque un bel da fare a Darwin, nel rimuovere gli esemplari più grandi e pericolosi dalle aree popolate e trasferirli nelle zone più remote.

per altri dettagli:
BBC news
Dossier Tropici: Australia da brivido

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