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Storie dai Tropici

Cuba: riforme nella continuità

(L'Avana, Cuba - 2/8/2010)

Il governo cubano non intende riformare il modello economico socialista ma vuole renderlo moderno e sostenibile, senza per questo passare ad un'economia di mercato o a ricette capitaliste.
Ieri, davanti all'Assemblea Nazionale, il presidente Raul Castro ha annunciato di voler ridurre il controllo dello Stato in alcune aree e concedere maggiore spazio ai lavoratori autonomi, ai professionisti e alle piccole imprese private.
Il processo di riforma sarà graduale, ma intanto sono necessarie alcune misure urgenti per tagliare il libro paga dello Stato; gli impiegati improduttivi nel settore statale dovranno cercarsi altri lavori, ha aggiunto Castro, precisando che lo Stato fornirà loro il supporto necessario per una vita dignitosa.

Sarà dunque estesa la sperimentazione, avviata lo scorso aprile, per liberalizzare alcuni settori del commercio e dei servizi, finora di proprietà statale; il primo tentativo era stato quello di consentire a barbieri e parrucchieri di gestire un proprio locale e pagare le tasse, invece di ricevere un salario mensile. Rientravano in questo pacchetto anche alcune categorie di tassisti, cui era stato concesso di lavorare in proprio.

Negli ultimi due anni Cuba ha sofferto una grave crisi economica, dovuta al calo del turismo e al crollo del prezzo del nichel, suo principale prodotto di esportazione, che ha costretto il paese a ridurre drasticamente le importazioni. Alla crescita dell'economia si aggiungono gli ostacoli di 48 anni di embargo commerciale degli Stati Uniti.

Accanto a Raul, la sedia di Fidel era vuota; ma il presidente ha respinto le speculazioni di conflitti nella leadership del Partito comunista, riprese più volte dalla stampa estera negli ultimi mesi.
Nel suo discorso, il leader cubano ha accennato per la prima volta al rilascio dei 52 detenuti, un tema che non era stato ancora menzionato pubblicamente. Raul Castro ha affermato che nessuno dei prigionieri era in carcere per le proprie idee, ma per aver commesso crimini "contro-rivoluzionari" al servizio degli Stati Uniti. "La rivoluzione è più forte che mai", ha ribadito il presidente, " e non ci sarà alcuna impunità per i nemici della Patria e per chi mette a rischio la nostra indipendenza".

Altri dettagli su: BBC Mundo

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