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Storie dai Tropici

Uruguay pronto a legalizzare la cannabis?

(Montevideo, Uruguay - 22/6/2012)

Marijuana di stato, questa la strada presa dall'Uruguay per combattere la criminalità giovanile legata al commercio e al consumo di droga. Con la legalizzazione della cannabis il governo del piccolo stato latinoamericano intende non soltanto sottrarre potere ai narcotrafficanti ma ridurre anche il numero di giovani che dalle droghe leggere passano al crack e alla cocaina. Questo il perché, ma non è ancora ben chiaro il come, e nemmeno il quando.

Intanto è bastato il solo annuncio del disegno di legge a scatenare un putiferio: l'Uruguay sarebbe il primo governo al mondo a vendere droga leggera ai consumatori. E il primo in America latina a schierarsi così apertamente contro la politica USA della “guerra alla droga”, che da Nixon in poi ha prodotto risultati a dir poco scadenti - i più noti si chiamano Plan Colombia o Plan Mexico – ma è comunque riuscita a giustificare la presenza militare statunitense nel continente.

“La proibizione di certe droghe genera problemi più gravi della droga stessa”, spiega il Ministro della Difesa Eleuterio Fernández Huidobro, “gli omicidi tra le bande rivali sono in aumento e questo è un chiaro sintomo della comparsa di alcuni fenomeni che prima non esistevano nel nostro paese".
In effetti l'Uruguay è stato finora uno dei paesi più pacifici e sicuri dell'America latina, secondo le statistiche ufficiali; ma nonostante il clima sia ben diverso da quello che si respira in certe zone del Messico e dell'Honduras, la gente comincia ad avere paura e vuole risposte.

Il disegno di legge antiproibizionista è la misura più clamorosa ma rappresenta solo una minima parte di un pacchetto di leggi sulla sicurezza, che il governo uruguaiano ha chiamato “Piano strategico per la vita e la convivenza”.

Secondo il piano, inizialmente sarebbe lo Stato a coltivare la marijuana e a venderla ai consumatori registrati. Poi la produzione dovrebbe passare al settore privato del farmaco. Ma quali potrebbero essere gli effetti di una legalizzazione dei derivati della cannabis in un solo Stato? In realtà la richiesta di un approccio nuovo alla guerra al narcotraffico si alza da tutta l'America latina.

Anche i governi di destra, stanchi della quotidiana ecatombe provocata dalla lotta tra cartelli, chiedono alternative al proibizionismo.
Il presidente del Guatemala Otto Perez Molina, un ex generale fautore del "pugno di ferro" contro la criminalità, ha dichiarato: "il consumo e la produzione di stupefacenti dovrebbero essere legalizzati, entro certi limiti”. E il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, da sempre fedelissimo USA, accoglierebbe con favore un dibattito internazionale sulla legalizzazione.


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