Era il capodanno 1959 quando i barbudos, i rivoluzionari guidati da Fidel Castro, entravano trionfanti all'Avana e rovesciavano il regime di Fulgencio Batista, un ex-sergente dell'esercito salito al potere grazie ad un colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti.
Fino a quel momento Cuba era stata il regno della mafia e della corruzione: locali e bische lavoravano a pieno ritmo per una clientela prevalentemente nordamericana e Batista, in cambio di denaro e favori, cedeva industrie e vasti appezzamenti di terreno cubano a imprenditori statunitensi.
Quel giorno di capodanno segna l'inizio del sogno rivoluzionario della piccola isola caraibica: Batista è fuggito ma ha lasciato un'isola in condizioni economiche disastrose.
Da allora Cuba ha attraversato periodi drammatici, segnati da continui e feroci contrasti politici con gli Stati Uniti. Per ostacolare la nazionalizzazione dell'economia e le riforme d'ispirazione socialista di Castro, la CIA appoggia una invasione di esuli cubani alla Baia dei Porci; all'operazione, che si rivela un completo fallimento, si unisce un durissimo embargo economico. Castro è costretto a rivolgersi sempre di più all'Unione Sovietica, che diventerà l'unico partner politico e commerciale.
Negli anni 90, in seguito al crollo del blocco orientale e alla fine dei sussidi sovietici, Cuba affronta la sfida più difficile della sua storia: duramente colpita dalla crisi economica, è costretta a varare drastiche misure per far far fronte all'emergenza. Il periodo especial è ricordato come il momento di maggior sofferenza per il popolo cubano, che risente duramente del razionamento di viveri e carburante.
Ma Cuba non molla. La mancanza di valuta spinge il governo castrista a una svolta: l'isola apre spazi via via più importanti al capitale estero e guarda con maggiore interesse, ma sempre con una certa prudenza, all'economia di mercato per sviluppare alcuni settori strategici, primo fra tutti l'industria turistica.
Il paese è alla ricerca di un futuro. Nel 2008 Fidel Castro ha passato il testimone a suo fratello Raul che, tuttavia, non potrà mai sostituirsi, nel cuore di molti cubani,
al 'Padre della Rivoluzione'. La presidenza di Obama, che sembrava puntare di più al dialogo e di meno allo scontro, lasciava ben sperare; invece, nonostante le promesse, nulla
è cambiato riguardo a quell'ormai anacronistico embargo economico.
Con l'obiettivo di snellire la spesa pubblica, Raul Castro e il suo governo hanno avviato una serie di riforme sul lavoro, che danno sempre maggiore spazio alla piccola
imprenditoria privata. La società cubana vive una trasformazione profonda: l'isola non si è certo convertita al liberismo ma chi ha conosciuto la Cuba di qualche anno
fa troverà molte cose cambiate. Nel 2016
muore Fidel Castro e nel 2018 Raul Castro si dimette da presidente; gli succederà Miguel Diaz Canel. Nel 2021 con le dimissioni di Raul
da presidente del Partito Comunista Cubano finisce l'Era Castro.
In questi ultimi anni la situazione economica del Paese è peggiorata. Alle difficoltà dell'embargo su tutti i prodotti da parte degli USA, che dura ormai da più di sessanta anni, si è aggiunta la pandemia
e poi la diminuzione di approvvigionamenti di petrolio da parte della Russia, l'esodo di molti giovani in cerca di lavoro in altri paesi, gravi errori di politica economica del precedente ministro Gil, ora licenziato e sotto inchiesta,
che hanno portato Cuba a chiedere, per la prima volta, l'aiuto al Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite. Inoltre per evitare ulteriori grossi black out il 75%
dell'illuminazione pubblica è stata disattivata e altre decisioni sono state prese sui consumi elettrici
e sugli orari di lavoro. La fine dell'Embargo potrebbe risollevare la situazione cubana ma la rielezione di Trump rende la cosa impossibile.
Ed è un peccato perchè Cuba è bella, ricca di storia e di gente che ha tanto da raccontare. Ed è verde, nessun altro paese dei Caraibi può vantare una maggiore diversità biologica.
Cuba è stata e rimane, pur tra tanti errori, un sogno. Non tutto quello che era stato promesso dalla Revolución si è realizzato; ma non si può negare che,
considerando tutte le sue difficoltà particolari,
riguardo a giustizia sociale, istruzione e assistenza sanitaria questa piccola isola dei Caraibi abbia raggiunto e mantenuto livelli difficilmente paragonabili
ad altre nazioni dell'America Latina e, forse, di qualche area del mondo sviluppato.