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Namibia


Ordine, pulizia, servizi ben organizzati e funzionali, un governo democratico e un PIL annuo che fa invidia a qualsiasi altro paese del Continente Nero: la Namibia, un paese che sta all'Africa come l'Alto Adige sta al resto d'Italia. Per i turisti è una pacchia, un'Africa facile, che si visita in piena sicurezza, senza grossi disagi o rischi di sorta. Ma non per questo è meno autentica. Perché a dispetto della sua efficienza teutonica, la Namibia è luogo d'avventura, è terra selvaggia, sottomessa alle regole dettate non dall'uomo ma dalla natura.

In un territorio grande quanto tre Italie ci vivono poco più di 2 milioni di abitanti e nel paese africano più arido a sud del Sahara una così bassa densità di popolazione non è un caso. La Namibia è infatti occupata per un quarto da deserto: ad ovest, lungo il confine con il Botswana, c'è il Kalahari e ad est il Namib, 1.600 km di sabbie infuocate che si tuffano in un oceano scuro e gelido. In nessun altro luogo al mondo sabbia, mare, sole e vento interagiscono come in questa striscia di deserto lungo la costa sud-occidentale dell'Africa, chiamata la Terra che Dio creò in un giorno di rabbia. Mai nome è stato così meritato.

Eppure il Namib, per quanto aspro e inospitale, è solo apparentemente privo di vita: questo mare di dune rossastre - famosissime quelle dell'area di Sossusvlei, classificate tra le più alte al mondo - ospita infatti la più eterogenea comunità di esseri viventi di qualsiasi altro deserto sulla Terra.
Qui ogni creatura ha lottato per millenni contro condizioni climatiche di grande severità e ha qualcosa di curioso, di strano e di sorprendente da raccontare. Come un ragno che per procurarsi l'ombra tesse la ragnatela con i granelli di sabbia o la lucertola che solleva alternativamente le zampe per evitare di scottarsi o ancora la Bitis peringueyi, una vipera capace di muoversi in diagonale, appoggiando sulla sabbia solo due punti del corpo.

I territori semiaridi ai margini delle dune sono popolati dai grandi mammiferi, compresi gli elefanti del deserto, di taglia ridotta e particolarmente resistenti alla mancanza d'acqua da bere. Si radunano intorno alle pozze effimere, insieme ad altri erbivori e ungulati, mentre qualche leone viene avvistato fin giù alla spiaggia dove, spinto dalla fame, compie rare escursioni per cacciare le otarie che riposano al sole.

La pioggia nel Namib è molto rara, in alcune zone non piove per anni. Ma le dune di questo deserto, a differenza di altre distese aride del pianeta, sono ricoperte di fitte nebbie che si formano dall'incontro dell'aria calda e umida trasportata dai venti atlantici con le fredde correnti costiere antartiche. L'abbassamento di temperatura crea condensa e dà origine alla nebbia, che si posa ovunque con il suo dono di umidità e quindi di vita.
E' sempre la nebbia che porta tanti benefici ma esige il suo tributo di naufragi e di morte; lo testimoniano i relitti disseminati lungo la costa, prima squassati dal mare, poi sospinti a riva e lentamente ricoperti dalla sabbia. Lo spettacolo della Skeleton Coast dove ogni tanto spunta uno scafo, più spesso un albero maestro, è unico, forse inquietante ma comunque straordinario.

L'incontrastato dominio della natura è dovuto principalmente a due fattori, il primo dei quali è la bassissima densità abitativa e, di conseguenza, la scarsa pressione antropica; oltre ad essere in pochi, buona parte della popolazione vive nella capitale Windhoek e negli altri piccoli centri urbani della costa. Insomma, si può viaggiare per chilometri e chilometri nel nulla, senza accorgersi della presenza dell'uomo. L'altro fattore è un programma di conservazione ben riuscito; non a caso in Namibia la salvaguardia dell'ambiente è sancita anche dalla Costituzione.

Questa giovanissima nazione, indipendente dal 1990, sta cercando di conquistarsi un posto al sole; con una storia coloniale travagliata alle spalle, segnata dalla dominazione tedesca e dalla decimazione delle tribù indigene prima e dall'invasione delle truppe del Sud Africa poi, la Namibia ha vissuto il dolore dell'apartheid fino a quando le forze insurrezionali dello Swapo (Organizzazione popolare del sud ovest) portarono il paese all'indipendenza.
I membri dello Swapo sono tuttora al governo e nel paese regna la pace; ma il benessere, nonostante le confortanti cifre del PIL e l'economia in crescita, spinta dalla presenza di vasti depositi minerari, è privilegio di pochi. L'impegno del governo non è riuscito a risollevare le sorti delle etnie più deboli, la cui sopravvivenza è legata ad un'agricoltura di sussistenza. Nelle regioni rurali si vive in misere capanne con meno di un dollaro al giorno, si cammina per chilometri ogni giorno per andare a prendere l'acqua e si muore di AIDS.

Il turismo sta diventando un'importante fonte d'entrata per la Namibia. Un numero sempre maggiore di viaggiatori è attratto dallo straordinario fascino di questo paese, che accoglie i visitatori con una rete stradale in buone condizioni, una vasta gamma di strutture di livello ma anche con fattorie e campeggi e, soprattutto, con i suoi spazi e cieli infiniti.

continua a leggere: Perché andare - cosa puoi fare e cosa puoi vedere

     
     
     


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