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Reunion


Tra le isole dell'oceano Indiano al largo delle coste africane, La Réunion è un mondo un po' in disparte, poco conosciuto e poco visitato. Rispetto a Mauritius e Seychelles, sue blasonate sorelle e cugine, è una piccola Cenerentola dimenticata dal turismo di massa.
Non perché sia una nazione afflitta da malattie, instabilità politiche o tensioni sociali; anzi, da questo punto di vista La Réunion ha proprio tutte le carte in regola per essere considerata tra le destinazioni tropicali più sicure.

Per capire le ragioni di questo disinteresse basta dare un'occhiata alla mappa dell'isola: la quasi totalità del territorio è formata da un groviglio di montagne, costituite da quel che resta del Piton des Neiges, un vulcano emerso dall'oceano milioni di anni fa e ormai estinto.
A fianco, un secondo rilievo vulcanico, il Piton de la Fournaise, molto più recente: è considerato tra i più vivaci del pianeta e infatti continua a plasmare le forme dell'isola regalando, quasi ogni anno, spettacolari quanto inoffensive eruzioni.

La diversa evoluzione geologica dei due vulcani è un magnifico esempio di storia naturale: il vulcano estinto, sprofondando, ha lasciato posto a tre ampi crateri (chiamati Cirques), circondati da alte pareti verticali e picchi taglienti; qui in milioni di anni hanno trovato via via adattamento specie vegetali diverse, prima muschi e licheni, poi felci e brughiere e, in seguito, boschi e lussureggianti foreste tropicali ricche di fiori rari. Una vera e propria serra all'aria aperta.
Le pendici del vulcano attivo sono invece troppo giovani per concedere spazi alla vegetazione: un paesaggio arido, brullo e a tratti lunare, dominato dai toni grigi della lava, è lo spettacolo, altrettanto seducente, del Piton de la Fournaise.

Insomma avete capito: La Réunion è un'isola che piace ai camminatori, agli escursionisti e a tutti gli appassionati delle attività all'aria aperta e degli sport estremi.
Molto meno a chi si aspetta un mondo di lagune, barriere coralline e sabbia fine; tranne che in un breve tratto di una decina di chilometri, il reef non trova qui il suo sviluppo ideale e anche i litorali sabbiosi occupano solo poche zone di costa. Poche ma straordinarie. Il resto è alta falesia e roccia basaltica di origine vulcanica, su cui si infrangono violente le onde dell'oceano.

Una natura grandiosa, intensa, che affascina con paesaggi ogni volta diversi e che, al tempo stesso, è perfettamente fruibile attraverso una rete di quasi mille chilometri di sentieri ben segnalati.
Ad accogliervi una popolazione meticcia, risultato della mescolanza di varie etnie, le cui origini e storia sono state segnate da secoli di commerci marittimi, schiavitù e colonialismo e che oggi vivono perfettamente integrate e lontane da ogni forma di razzismo e discriminazione.
Nemmeno nei confronti dei funzionari francesi, ironicamente chiamati z'oreilles, cioè "duri d'orecchio" perché non capiscono il patois locale, la lingua creola originata dal francese, con la quale hanno dialogato per secoli schiavi e padroni.
Verso i francesi, alla Réunion non si percepisce il tipico complesso d'inferiorità delle ex colonie. L'alto tasso di disoccupazione è bilanciato dalle politiche di protezione sociale della madrepatria, il tenore di vita è mediamente elevato e il fatto di vivere all'ombra dei tropici, a 10.000 chilometri da Parigi, non fa sentire gli abitanti della Réunion meno francesi degli stessi parigini.
Ma con un'identità e un carattere del tutto originali.

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